Quando nei miei corsi insegno Miglioramento Personale, moltissime persone vengono da me a chiedermi come possano gestire, in modo più efficace, le proprie emozioni.
Il problema della Gestione Emozionale è una questione molto sentita in chi studia Miglioramento e Crescita Personale; sono davvero molte le persone che, per esigenze diverse, si accorgono di "gestire" male i propri flussi emotivi.
Cosa si intende per "gestione emotiva"?
Beh, immagina di aver litigato con un tuo collega di lavoro e a fine giornata, tornando verso casa, in auto, ti accorgi che stai ancora ripensando ai tuoi gesti bruschi o al tono di voce esageratamente aggressivo del tuo collega che, per risposta, ha indotto una reazione aggressiva anche in te.
Sicuramente un'esperienza simile ti sarà capitata.
Questa aggressività si traduce, dopo qualche ora, in un vero e proprio disagio psichico che RIMANE DI SOTTOFONDO ALL'UMORE DOMINANTE; magari dopo 3 o 4 ore non ti senti più aggressivo, eppure quello "stroma", quel disagio emozionale rimane come un lento e fastidioso rumore di fondo e ti rendi conto che non accenna ad andar via, anche se ti sforzi di pensare ad altro.
Tornando a casa, saluti tua moglie (o tuo marito) e i tuoi figli, e ora, magari, al primo accenno di pianto di tuo figlio o di insoddisfazione del tuo partner, ecco che quel fastidio di fondo ritorna protagonista e si fonde decisamente con l'umore dominante!
Cosa accade ora?
Che ti ritrovi a gesticolare bruscamente, ad usare un tono di voce più alto del normale, e magari finisci per usare parole offensive contro il tuo partner senza volerlo!
E a fine giornata, poiché hai preso consapevolezza di tutto questo, ti obblighi moralmente a chiedere scusa e a raccontare a tutti (con un evidente intento esorcizzante), la pessima giornata in ufficio.
Ma non sarebbe stato meglio se, una volta vissuta quella pessima esperienza emotiva, essa fosse stata lasciata li? Abbandonata in quel passato, senza che continuasse a ripresentarsi con i suoi fastidiosi strascichi?
Non sarebbe mille volte più evoluto, l'uomo, se potesse "spegnere" con comodità certe "intensità emotive" con la stessa facilità con cui decide di "accenderle"?
Questa esigenza è avvertita da sempre, in tutte le epoche, dall'essere umano, e soprattutto in Oriente è stata oggetto di profonde meditazioni; moltissime scuole filosofiche cercavano di insegnare ai propri allievi ad ottenere da sé stessi proprio questo: il "Controllo Emotivo".
All'interno del nostro Gruppo Facebook "
Evoluzione del Pensiero e Miglioramento Personale" ho pubblicato una breve storiella ZEN, molto indicativa, che racconta proprio questa esigenza, questa incapacità dell'essere umano, quello di non riuscire a lasciar cadere alle sue spalle emozioni ormai concluse; se vuoi vai a leggertela la trovi a questo link:
https://www.facebook.com/groups/evoluzionedelpensiero/permalink/279527865556606/ :-)
In moltissimi film viene diffusa la figura dell'eroe "freddo e distaccato, che in situazioni seppur drammatiche, riesce sempre mantenere la calma apparente e anche dopo aver scampato diversi pericoli mortali per un soffio, rimane sempre imperturbabile e, senza alcuna esitazione o ripensamento, si rituffa in altre impensabili imprese a rischio della propria vita.
Ma questa "freddezza" è realmente raggiungibile?
Diversi studi hanno dimostrato che soldati che hanno vissuto innumerevoli situazioni rischiose uscendone indenni, hanno sviluppato qualcosa di molto simile, ma solo dopo aver visto in faccia la morte molte volte e, purtroppo, aver visto cadere in battaglia moltissimi compagni e amici.
Questa "freddezza" in realtà ha un costo notevole: viene sempre accompagnata da un'inevitabile "insensibilità" di fronte alle sciagure della vita.
Ed in effetti è comprensibile: uno shock, può esserlo 1 o 2 volte, quando diventa routine non porta più con sé alcuna valenza emotiva e, per quanto possa risultare cruda o violenta una scena alla nostra vista, alla fine la mente ci si abitua facendo perdere all'evento quella sua valenza, quella importanza, quella intensità emozionale.
Quello che dovremmo prefissarci noi,
CON PIÙ SAGGEZZA E LUNGIMIRANZA, sarebbe il cercare di subire di meno quegli "strascichi" causati da arrabbiature e emozioni negative, imparando a gestirle meglio,
e magari imparando a distaccarcene un pochino quando nel contesto particolare diventa inutile portarcele dietro, contemporaneamente evitando di diventare insensibili sviluppando quel distacco eccessivo nei confronti di quelle persone cui vogliamo bene e a cui vorremmo invece alleviare i dolori dando un nostro conforto sentito e partecipato.
Ottenere questo è possibile, a patto di effettuare uno studio profondo sulla nostra fisiologia "energetica", più "esoterica" (nel senso di intima).
In moltissime Scuole esoteriche Medio-orientali viene insegnato che l'essere umano è composto da 3 "centri" energetici cui spettano l'elaborazione di 3 distinti piani di realtà dimensionali.
Il piano "emotivo-emozionale" è proprio uno di questi 3 piani, ed è di fondamentale importanza, per poter imparare a gestire il nostro flusso emotivo, capire come questo piano elabora le informazioni provenienti dall'esterno e come da essere vengano "create" le emozioni.
Alcune di queste Scuole, che sono giunte fino a noi grazie a Maestri che ne hanno permesso lo studio e la diffusione in Occidente, si sono spinte fino a denotarli col nome di "cervelli": veri e propri centri cerebrali, però collocati in zone diverse del corpo umano.
Il cervello vero e proprio, come lo conosciamo noi, è solamente uno di questi 3 centri; gli altri due sono collocati in zone meno anatomicamente distinguibili.
In realtà, sebbene molte di queste Scuole concordino sul fatto che i Centri siano in numero di 3, non sono tutte d'accordo su dove siano poi fisicamente collocati.
Ogni Scuola pare dare una differente descrizione e sede anatomica degli altri 2 Centri.
Nei miei studi mi rifaccio ad una tradizione più estremo-orientale, che, presente tra la Cina e il Tibet, mi ha affascinato molto approfondire.
Questa tradizione spiega le cose in modo molto più coerente rispetto alle altre, il che mi ha convinto ad inserire il tutto all'interno della mia Scuola di Miglioramento Personale :-)
Comprendere come funzionano i nostri 3 "cervelli" è di fondamentale importanza per capire meglio noi stessi e capire meglio il nostro fisiologico altalenarsi di emozioni e pensieri.
Ciascuno di questi 3 Centri "energetici" è contenuto all'interno di un "sistema-organico" quindi fisico, materiale, poiché l'energia non può esistere se non all'interno di uno strato di materia organica (così come non può esistere "suono" senza aria o magnetismo senza induzione elettro-magnetica; ogni fenomeno energetico si diffonde grazie ad un sottostrato fisico oppure deve essere contenuto all'interno di un involucro materiale).
I 3 Centri di Controllo dell'Essere Umano
Il primo Centro "energetico" lo chiameremo "Centro Mentale": esso include tutte le attività mentali che conosciamo come LA CONNESSIONE LOGICA, IL LINGUAGGIO, L'IMMAGINAZIONE E LA FANTASIA, L'ASSOCIAZIONE LIBERA, ecc.
Il Centro Mentale ha sede nel cervello fisico.
Ci sono però due aspetti che mi preme sottolineare ed analizzare in questo articolo; per ciascuno dei 3 Centri questi due aspetti sono: la capacità di elaborare informazioni con una determinata intensità, quando il "Centro" riceve sensazioni dall'esterno (quindi in una sorta di rapporto "costo/prestazioni") e come secondo aspetto, la capacità di mantenere memoria di ciò che è stato già elaborato.
Analizziamo il primo centro cioè il nostro cervello sotto questi due aspetti.
IL CENTRO MENTALE HA UNA GRANDE CAPACITÀ DI MEMORIZZAZIONE, anzi, fra i tre Centri, è quello con maggior predisposizione al ricordo degli eventi.
È facile constatare questo fatto; è risaputo che gli anziani siano in grado di ricordare eventi accaduti decine e decine di anni prima; infatti nel nostro cervello rimangono impressi con molta facilità ricordi che risalgono alla nostra infanzia, cose studiate e apprese in età adolescenziale che poi ci portiamo dentro per tutta la vita.
Ma sotto il profilo del rapporto costo/prestazioni il cervello non risulta molto efficiente.
Molti studi hanno evidenziato che se non vengono utilizzate specifiche tecniche per memorizzare, al cervello servono moltissime ripetizioni per fissare una serie di concetti astratti.
Per memorizzare una poesia di 10 righe, serve ripeterla almeno una trentina di volte.
Allo stesso modo, possiamo calcolare 7x9 una volta sola, la prima volta ci vorrà un po' (pensiamo alla fatica di quando eravamo alle elementari per memorizzare le tabelline), ma poi la memoria ci permette di richiamare immediatamente il risultato senza dover, ogni volta, ri-eseguire tutta la procedura di moltiplicazione.
In una semplice scala da 1 a 3, dove 3 sta per una "performance" maggiore, possiamo dire che il Centro Mentale prende un bel 3 sotto l'aspetto della capacità di memorizzare, ma e un bel 1 sotto l'aspetto del rapporto costo/prestazione.
Vediamo il secondo Centro Energetico del corpo umano, il Centro EMOZIONALE.
ESSO RISIEDE IN UN COMPLESSO SISTEMA DI RETI NEUROLOGICHE CHE ATTRAVERSANO CUORE, RENI E POLMONI.
Quindi è un Centro non anatomicamente definito, che agisce indipendentemente al Centro Mentale; facendo un paragone moderno, potrebbe essere descritto tramite un modello CLOUD :-) cioè TRAMITE UN MODELLO DISTRIBUITO.
IL CENTRO EMOZIONALE È DEPUTATO ALL'ELABORAZIONE E ALLA MEMORIZZAZIONE DELLE EMOZIONI, CIOÈ DETERMINATE CONFIGURAZIONI BIO-ELETTRO-CHIMICHE CHE SI DIFFONDONO LUNGO IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO.
Ogni emozione non è altro che un CODICE che porta con sé informazioni specifiche su ciò che sta accadendo all'esterno del corpo fisico (e talvolta anche al suo interno).
Il Centro Emozionale è molto efficiente, infatti basta la visione di una bella ragazza o di un bel ragazzo per scatenare una miriade di segnali lungo tutto il corpo, basta quella visione per farci passare l'appetito o non farci più dormire la notte ;-)
Però...però purtroppo questa euforia dura poco: se è vero che le emozioni si scatenano con molto poco, esse "bruciano" velocemente e si dissolvono in poco tempo.
Il Centro Emozionale in sé, purtroppo, non dispone di una buona capacità di memorizzazione.
Se cercate di "ricordare" l'emozione che provavate anni fa per una determinata persona, vi ricorderete sicuramente i gesti che avete compiuto, le parole che avete utilizzato, e sicuramente rivivrete la scena specifica di quel contesto nella vostra mente, ma richiamare l'emozione è tutt'altra cosa...anche se vi sembra di poterla rivivere, quell'emozione non è nient'altro che un'emozione "ricostruita" ad hoc dal Centro Mentale grazie a tutti gli altri ricordi analitici di "contorno", ma è una cosa ben diversa dal "ricordare" direttamente quell'emozione.
Ricordare un'emozione, per il Centro Emozionale, significherebbe dover far ripartire tutta quelle cascata di segnali lungo il corpo SENZA però che avvenga la visione dal vivo di quella persona, cioè senza la ripresentazione dello stimolo iniziale.
Qualcuno potrebbe obiettare che a talune persone capita che un innamoramento, soprattutto se non corrisposto, duri per mesi o anni, oppure che a volte alcune arrabbiature le riviviamo al solo pensare a quella determinata persona sgradevole; ATTENZIONE però, perché queste sono emozioni OGNI VOLTA NUOVE, non sono un ricordo della prima emozione! Il Centro Emozionale non possiede alcuna struttura interna adibita al poter ri-evocare una emozione già processata, ma può ricreare nuovamente quella emozione che hai vissuto in passato (più o meno uguale...).
Se un innamoramento perdura per molto tempo è proprio perché in qualche modo continuiamo a vedere o cercare di vedere quella persona che ci interessa, magari la sogniamo oppure andiamo alla ricerca di sue foto.
Ogni emozione o viene ricostruita dal Centro Mentale (con un evidente calo di intensità e coinvolgimento emotivo), oppure L'EMOZIONE VIENE RICREATA EX-NOVO proprio grazie alla grande capacità performativa del Centro Emozionale.
Basta una foto di una nostra vecchia fiamma per riaccendere la cascata emozionale.
Quindi volendo dare dei valori di riferimento direi: Memoria: 1, Performance: 3.
Fra questi due centri, si situa il Centro CORPOREO o ISTINTUALE .
il "Centro Corporeo" è costituito da tutti i segnali chimici ed ormonali che viaggiano all'interno del sangue e dei nostri tessuti (il sangue in medicina è considerato un tessuto liquido).
Molte ricerche compiute in questa direzione hanno evidenziato come effettivamente l'INTESTINO sia fornito di un'intricata rete di connessioni neuronali paragonabile a quella del cervello con diramazioni che si estendono nei tessuti e vasi circostanti, tant'è che da una decina d'anni i ricercatori parlano addirittura di CERVELLO ENTERICO.
Il Centro Corporeo è quello che, per fare un esempio chiarificatore, ti permette di imparare a guidare e dopo un po' di tempo di poter gestire cambio manuale, pedali, volante, strumentazione e possibilmente anche far caso ai segnali stradali tutto insieme mentre al contempo stai piacevolmente parlando con un tuo amico seduto di fianco :-)
Inizialmente, se ricordi le tue prime lezioni di guida, tutto questo ti poteva sembrare fantascienza pura.
Chi pratica Arti Marziali, per fare un esempio preso da una disciplina orientale, si scontra molto presto con il problema delle forme chiamate in cinese LU (KATA in giapponese), cioè con la RIPETIZIONE ISTINTIVA di movimenti e tecniche codificate che devono essere eseguite con un certo ritmo coordinando mani, piedi, ginocchia, gomiti, anche, spalle, equilibrio, ecc
Nelle Arti Marziali è assolutamente normale per un praticante eseguire movimenti diversi con i piedi e con le mani, coordinando il tutto.
Dopo molto allenamento le forme divengono istintive; questo allenamento è necessario al praticante per poter eseguire quelle tecniche rapidamente in situazioni di pericolo e di forte stress, senza pensare, cioè senza far intervenire elaborazioni analitiche che porterebbero solo al rallentamento del gesto.
Tutti sanno che un gesto si può "imprimere" nella memoria istintiva a patto di ripeterlo una moltitudine di volte fino a far diventare quel gesto automatico.
Possiamo dire che vista la necessità di innumerevoli ripetizioni per memorizzare un gesto, il Centro Corporeo può situarsi in una posizione intermedia: è meno efficiente del Centro Mentale, ma più efficiente del Centro Emozionale, quindi sulla memoria si prende un 2.
E come capacità di rispondere ad uno stimolo?
Che valore possiamo dare alla sua performance?
Il Centro Corporeo elabora tutte le informazioni interne degli organi, ed esterne, per gestire i movimenti che compiamo, uniformando e armonizzando il tutto.
Non è particolarmente efficiente, come è giusto che sia, altrimenti somatizzeremmo per ogni inezia che vivremmo, oppure renderemmo istintivo qualsiasi movimento dopo averlo eseguito solo per poche volte, ve lo immaginate? Quindi diciamo che anche sotto questo aspetto si situa, come prestazione, in mezzo agli altri due: gli diamo quindi un 2.
Analizziamo la situazione che abbiamo fin qui delineato: le emozioni sono molto incisive ma durano poco; invece per memorizzare un concetto sappiamo bene che serve il Centro Mentale che è specializzato nel ricordare, ma se dobbiamo memorizzare dei gesti servono molte ripetizioni perché il Centro Corporeo non è molto efficiente.
Cosa fare quando allora dobbiamo memorizzare discorsi e concetti complessi?
È stato dimostrato che tutte le tecniche di memoria, dalle più antiche a quelle più moderne si avvalgono della piena collaborazione sia del Centro Mentale che di quello Emozionale, quindi se volessimo evitare di ripete per 30 volte una poesia di 10 righe ci basterebbe associare alle parole delle emozioni: quando per ogni parola associ delle emozioni ecco che stai utilizzando la potenza di 2 Centri Energetici in sinergia fra loro! Stai utilizzando la forza del Centro Mentale per fissare il ricordo come concetto in sé per sé e stai utilizzando la forza "penetrante" delle emozioni, appannaggio del Centro Emozionale.
Anche per memorizzare dei gesti in minor tempo, si può utilizzare la forte valenza emozionale: infatti quando urti contro un oggetto, quel dolore che provi ti crea anche una forte emozione (spavento, delusione, attenzione, ecc), e la volta successiva il corpo adatterà istintivamente il suo comportamento evitando quello spigolo con più facilità (ecco, così ti ho pure spiegato alcune tecniche di memorizzazione avanzate, ehehe ;-) ). Ritornando al paragone con le Arti Marziali, per apprendere più velocemente alcune tecniche di parata, i praticanti si allenano associando a quegli specifici gesti un'emozione di sorpresa, paura, spavento, in modo tale che di fronte ad un colpo inaspettato possano compiere in modo del tutto automatico quella determinata tecnica.
Quindi se vuoi imparare a gestire i flussi emotivi devi per prima cosa imparare a comprendere quale Centro utilizzare e come sfruttare al meglio ciascun Centro.
Se hai in "circolo" emozioni sgradevoli e non riesci a scrollartele di dosso, non puoi pretendere semplicemente di "non pensarci", perché il Centro Emozionale, che fissa i ricordi, in quel momento è iperattivo e ti farà tornare continuamente quelle scene per la testa. Insieme a esso, il Centro Mentale si riattiverà, scatenando un circolo vizioso: il ricordo ti farà scatenare nuovamente tutte le emozioni che vorresti evitare.
Del resto, come si fa a non pensare ad un elefante rosa? (ti ricordi questo giochino che facevamo tutti da piccoli?) ;-)
Se vuoi sul serio eliminare un'emozione sgradevole, da un lato devi offrire al Centro Emozionale uno stimolo nuovo, piacevole, e attendere che esso tragga nutrimento da quella sensazione per scatenare un nuovo flusso, questa volta mentale, di ricordi gradevoli e rilassanti, solo a questo punto, se vorrai, potrai concentrarti quindi direttamente sul Centro Mentale per ricordare nuovamente la piacevolezza della nuova immagine/situazione e poterci ritornare in futuro ogni qual volta tu lo voglia.
Mettiamo che stai tornando a casa dopo una giornata faticosa ed estenuante sul lavoro, pensa all'abbraccio affettuoso del tuo partner! Pensa al sorriso di tuo figlio! Pensa al loro affetto e alla loro presenza, e perché no, pensa anche a qualche momento piccante con il tuo partner, vedrai che una nuova cascata emozionale si farà strada nella tua mente, nel tuo cuore e in tutto il tuo corpo, cancellando ogni brutta esperienza vissuta in ufficio.
In più facendo tutto con grande consapevolezza! ;-)
Imparare a "controllare" le emozioni spiacevoli significa prima di tutto imparare ad abbracciare una nuova emozione, questa volta piacevolmente intensa e coinvolgente :-)
Mi rendo conto che vorrei poter dire tanto altro, ma poi vengo accusato di scrivere articoli troppo lunghi ;-)
Quindi per oggi ho messo già molta carne sul fuoco; ti ho fornito molto materiale per riflettere, meditare e soprattutto per esercitarti!
Ricorda; NON ESSERE TROPPO MENTALE; metti in pratica sempre tutto per giorni e giorni, solo così avrai dei risultati stabili e duraturi; del resto, lo abbiamo visto, al corpo servono parecchie ripetizioni per apprendere ;-P
Spero di cuore che questo articolo possa aver contribuito al tuo miglioramento personale :-)
Inserisci un tuo commento qui sotto raccontandomi quelle che sono le tue esperienze a riguardo ;-)
Buon lavoro!
Fabrizio F. Caragnano
Professional Mental Coach
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