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Esiste un METODO per DEFINIRE e RISOLVERE un problema che ci viene posto?
Spesso quando ci si trova di fronte ad una difficoltà si cerca subito una soluzione. Tuttavia in molti casi la soluzione, invece di eliminare il problema, lo tiene in vita o lo aggrava.
Per non incorrere in SOLUZIONI AFFRETTATE, non pertinenti o non efficaci, è bene soffermarsi sulla DEFINIZIONE DEL PROBLEMA: di che si tratta? È qualcosa che va bene, ma vogliamo migliorare? Il problema rappresenta un mio limite da superare? Un obiettivo da raggiungere? Oppure è una difficoltà da ridurre, un impedimento da rimuovere?
E ancora, è una difficoltà ricorrente, o si presenta solo in qualche caso?
Dipende da noi, dagli altri, dal sistema in cui ci troviamo ad agire?
 
Spesso le persone SI ASSEGNANO COMPITI come conseguenza di specifiche emozioni: SI ASSEGNANO COMPITI PER INVIDIA, o magari PER AMORE, o ancora come conseguenza del PROPRIO SENSO DEL DOVERE o per AUMENTARE IL PROPRIO PRESTIGIO AGLI OCCHI DEGLI ALTRI.
Le emozioni che SCATENANO LA VOGLIA DI ESEGUIRE E RISOLVERE UN COMPITO possono diventare UTILI RISORSE (al fine della soluzione), OPPURE APPICCICOSA FANGHIGLIA che ostacola e rende più difficile l'agire.
Esiste un EQUILIBRIO TRA ATTO CREATIVO e l'ANALISI ANALITICA?
Quando ti ASSEGNI UN COMPITO, come agisci?
Come risolvi i problemi che la vita ti mette di fronte? :-)
 
I problemi che, volenti o nolenti, ci ritroviamo a dover risolvere possono manifestarsi come un lampo o affiorare piano piano come una figura che emerge dalla nebbia.
Spesso impegniamo tutte le nostre risorse mentali per cercare di risolvere un problema, senza renderci conto che ANCORA PRIMA di poter risolvere un problema, esso va DEFINITO, cioè va ANALIZZATO, COMPRESO e DELINEATO all'interno delle sue specifiche connessioni che ha con i diversi ambiti della nostra vita.
Non è raro infatti trovare persone che si impegnano a risolvere problemi sbagliati, cioè problemi le cui soluzioni non risolvono la loro vera questione, proprio perché il VERO PROBLEMA non era stato compreso bene.
Sulla CORRETTA COMPRENSIONE dei problemi che spesso ci troviamo a rivolvere e su quanto sia facile prendere COLOSSALI ABBAGLI, ne ho parlato nell'articolo pubblicato il 22 Settembre 2015 dal titolo "TECNICHE DI COACHING: PERCHÉ OGNI PERSONA DOVREBBE AVERE UN MENTAL COACH PERSONALE", in quella sede mostravo alcuni esempi presi da specifici casi clinici che ho facilmente risolto grazie proprio a TECNICHE DI PROBLEM SETTING e non direttamente di PROBLEM SOLVING (il problema che il cliente voleva risolvere era, in pratica, un alibi, che nascondeva il VERO problema).
Ti consiglio di dare un'occhiata a quell'articolo perché troverai molte considerazioni importantissime su questo tema (si parlava tra l'altro anche di MAIEUTICA! L'ARTE PER ECCELLENZA DEL MENTAL COACH). LEGGI L'ARTICOLO A QUESTO LINK.
 
SOLO DOPO il PROBLEM SETTING arriva il PROBLEM SOLVING, (e l'importanza esiste anche a livello "gerarchico", infatti nel mondo del lavoro, CHI TI PONE I PROBLEMI spesso è il tuo capo e purtroppo NON È LA STESSA PERSONA CHE DOVRÀ RISOLVERLI!).
 
Il PROBLEM SOLVING STRATEGICO è un modello elaborato dal Mental Research Institute di Palo Alto, diffusosi grazie alle pubblicazioni e famose ricerche di Gregory Bateson e Paul Watzlawick.
goal settingIl PROBLEM SOLVING STRATEGICO non si preoccupa del passato, perché è immodificabile, e quindi non si interessa ai perché, ma al come.
Come è il problema? Che cosa lo fa sussistere?
Nel MODELLO di PROBLEM SOLVING STRATEGICO, infatti, il PROBLEM SETTING è uno delle 7 FASI che costituiscono l'INTERO PROCESSO
  1. PROBLEM FINDING
  2. PROBLEM SETTING
  3. PROBLEM ANALYSIS
  4. GOAL SETTING
  5. PROBLEM SOLVING
  6. DECISION MAKING
  7. DECISION TAKING
  • Nel PROBLEM FINDING prendi consapevolezza dello STATO in cui ti trovi.
Qui le emozioni non ti aiutano più di tanto, ANZI, emozioni eccessivamente intense e DEPOTENZIANTI (eccessiva ansia, paura di fallire, eccessiva rabbia e/o frustrazione), possono DISTRARRE la tua mente nell'osservazione ANALITICA del disagio e quindi tenderai ad AMPLIFICARE I PROCESSI DI GENERALIZZAZIONE E ASSOLUTIZZAZIONE (sbaglio SEMPRE, non riesco MAI, TUTTO mi va male, NON SONO capace, ecc...)
Al contrario, una mente lucida e una CONOSCENZA DEI MECCANISMI E DELLE REGOLE del "gioco" in cui ti trovi sono spesso elementi determinati per una SANA COMPRENSIONE dei propri problemi.
In questa fase AVERE UN MENTAL COACH può aiutare tantissimo. 
  • Ecco che nella SECONDA FASE abbiamo il vero e proprio PROBLEM SETTING: una volta COMPRESO il problema in tutte le sue sfumature ed IMPLICAZIONI (economiche, relazionali, sociali, famigliari, lavorative, salutistiche, ecc), è necessario ANALIZZARE LA POSTA IN GIOCO. QUALI SONO GLI ATTORI che vengono chiamati in causa dal problema? QUALI RISORSE della mia vita coinvolge?
Il PROBLEM SETTING ti permette di ESCLUDERE CIÒ CHE NON SERVE, tutti gli elementi DISTRAENTI vengono eliminati dal problema.
È qui che un MENTAL COACH dà il meglio di sé, poiché aiuta il proprio cliente a SCREMARE e a FILTRARE ciò che è IMPORTANTE AI FINI DEL PROBLEMA da ciò che NON LO È.
Inoltre quello che spesso accade è che IL PROBLEMA PRINCIPALE SI INTRECCIA CON ALTRI PROBLEMI DI NATURA MARGINALE, ma che INCIDONO SULLA RIUSCITA DEL PROBLEMA PRINCIPALE!
Queste connessioni e ramificazioni vanno messe alla luce e definite nella maniera corretta, SPESSO UN ERRORE DI PRIORITÀ IN QUESTA FASE PUÒ RALLENTARE PESANTEMENTE (o addirittura COMPROMETTERE), il raggiungimento dell'obiettivo finale. 
  • Nella TERZA FASE, quella del PROBLEM ANALYSIS, si deve ricorrere a precise strategie di GESTIONE DEI PROBLEMI, poiché il problema ORA CHE È STATO BEN COMPRESO E BEN DEFINITO, va SUDDIVISO IN SOTTO-PROBLEMI.
Esattamente come quando uno studente, preparandosi ad un esame, deve studiare un libro di 300 pagine e lo suddivide in sotto-blocchi da 30 pagine. Il PROBLEMA FINALE è completare lo studio dell'intero libro, ma questo problema si può SCOMPORRE nei 10 sotto-problemi CHE DEFINISCONO LO STUDIO DI 30 PAGINE PER 10 GIORNI oppure di 10 PAGINE PER 30 GIORNI (a seconda del tempo!).
Nel PROBLEM ANALYSIS infatti entra per la prima volta in gioco IL FATTORE TEMPO!
Esistono scadenze? Chi e quando esaminerà la soluzione ottenuta?
Sono tutte domande IMPORTANTISSIME ai fini della soluzione che andremo a trovare. 
  • Eccoci alla QUARTA FASE, chiamata GOAL SETTING, in cui finalmente andremo a DEFINIRE IN CHE MODO ANDRÀ "CONFEZIONATA" LA SOLUZIONE.
Quali necessità e bisogni deve soddisfare il tuo obiettivo?
Deve avere anche aspetti e caratteristiche estetiche?
Deve soddisfare altre persone o è rivolto esclusivamente a soddisfare te stesso?
 
Porsi le domande È FONDAMENTALE: LE DOMANDE NON SONO MAI ABBASTANZA!
È proprio grazie alle domande CHE SI CRESCE, SI MIGLIORA!
Perché?
PERCHÉ CI SI METTE IN DISCUSSIONE, PERCHÉ LE DOMANDE TI FANNO USCIRE DALLA TUA ZONA DI COMFORT!
 

Hai mai notato che un punto interrogativo a testa in giù somiglia a un amo? Bene: buttalo nel mare del possibile, e vedrai che qualcosa di interessante ci resterà attaccato.
(Annamaria Testa)

  • punto interrogativoNella QUINTA FASE, il vero e proprio PROBLEM SOLVING, bisogna conoscere e saper attuare le STRATEGIE PIÙ EFFICACI necessarie per attuare la soluzione del problema.
Spesso questa fase viene sottovalutata tantissimo.
Quando viene fatto un buon lavoro nelle 4 FASI PRECEDENTI, ci si sente già meno appesantiti dal problema e poiché già si intravedono le possibili soluzioni, le persone si RILASSANO ECCESSIVAMENTE andando a sottovalutare il lavoro successivo che poi È LA VERA MESSA IN PRATICA DELLE STRATEGIE IDEATE, inoltre spesso anche nei corsi di GESTIONE DEI PROBLEMI viene insegnato che la strada ormai È TUTTA IN DISCESA, CHE TANTO IL PIÙ È FATTO, ERRORE!
Puoi aver definito e analizzato il problema in tutte le sue sfaccettature, MA ORA INIZIA LA PARTE PIÙ DIFFICILE!
Perché mi dirai tu?
SEMPLICE, perché ora è arrivato il momento di ALZARE IL CULO! ;-)
In questa fase devi renderti conto che per ATTUARE LA TUA STRATEGIA DI RISOLUZIONE, devi possedere delle doti di COMUNICATORE, oppure devi saper essere DIPLOMATICO CON LE PERSONE GIUSTE, devi CONTATTARE QUEL FORNITORE CHE TI STA ANTIPATICO, insomma in questa fase DEVI FARE LA TUA TO DO LIST e AGIRE!
Quanto sai gestire le tue emozioni?
Infatti cruciali saranno le PROSSIME DUE FASI, in cui verranno messe alla prova le tue capacità di SAPER PRENDERE DECISIONI RUN-TIME, cioè dovrai prendere decisioni DURANTE IL PROGREDIRE DELLA TUA STRATEGIA DI RISOLUZIONE. 
  • decision makingSESTA FASE, DECISION MAKING: Come prendi normalmente le tue decisioni?
Sei una persona che PRENDE LE DECISIONI EMOTIVAMENTE? oppure d'ISTINTO?
Tendi a farti CONSIGLIARE DA AMICI E PARENTI? (aumentando la confusione, e magari distruggendo il meticoloso lavoro di PROBLEM SETTING fatto nei punti precedenti?), OPPURE SCEGLI DI RIVOLGERTI AD UN PROFESSIONISTA CHE SAPPIA FARTI DA CONSULENTE PRIVATO? (cosa molto più saggia e lungimirante...)
In questa fase verrà messa alla prova la tua capacità di FOCALIZZAZIONE sugli aspetti delle decisioni che NON SI SONO POTUTE PREVEDERE NELLE FASI PRECEDENTI.
Spesso per risolvere un problema SARÀ PARTE DELLA STRATEGIA IL MODO IN CUI OTTERRAI LE INFORMAZIONI PER RISOLVERE I PASSI SUCCESSIVI, e in base alle risposte ottenute DOVRAI SAPER AGIRE DI CONSEGUENZA! 
  • SETTIMA E ULTIMA FASE, DECISION TAKING, qui semplicemente si ATTUANO TUTTI I COMPORTAMENTI STABILITI nelle fasi precedenti, SENZA SCORAGGIARSI anche se possono capitare piccoli o grandi fallimenti.
Come hai notato esistono precise RISORSE o se vogliamo PRECISE ABILITÀ che una persona può utilizzare durante tutto il processo.
Spesso queste RISORSE si possono SVILUPPARE e ALLENARE grazie alla presenza di un MENTAL COACH.
Il più delle volte, quello che accade, è che le persone NON SANNO QUALI PESCI PIGLIARE, cioè NON SEI REALMENTE CONSAPEVOLE DI QUALI SONO LE TUE ATTUALI RISORSE.
 
È difficile dirsi in cosa si è realmente bravi e in cosa invece servirebbe un po' di allenamento; per sua natura l'essere umano tende a sovrastimarsi e magari fare il prezioso con altre abilità che invece abbondano in lui.
Tra le ABILITÀ PIÙ IMPORTANTI, che vengono coinvolte nei processi di PROBLEM SOLVING troviamo: 
  1. Capacità DIPLOMATICHE;
  2. Capacità EMPATICHE e di SENSIBILITÀ RELAZIONALE;
  3. Capacità ORGANIZZATIVE e di SCHEDULAZIONE DELLE PROPRIE ATTIVITÀ;
  4. Capacità di DARE PRIORITÀ alle giuste attività;
  5. Capacità di FOCALIZZAZIONE e ANALISI RAZIONALE;
  6. Capacità di ELABORAZIONE ed ELIMINAZIONE DEI TEMPI MORTI;
  7. Capacità di RIPOSARSI EFFICACEMENTE e PRENDERSI LE GIUSTE PAUSE;
  8. Capacità di COMANDO e LEADERSHIP;
  9. Capacità di DARE FIDUCIA e MOTIVARE gli altri;

...come vedi non sono affatto poche e non sono robetta da niente.
Nell'Economia Italiana, visto il periodo che stiamo vivendo, RIMANGO OGNI GIORNO STUPITO DI COME GLI IMPRENDITORI ITALIANI siano sempre convinti di POSSEDERE TUTTE QUESTE ABILITÀ (per giunta ai massimi livelli), così per genetica o diritto di nascita!
Tutti si credono esperti di LEADERSHIP e di avere enormi capacità gestionali, salvo poi veder fallire le proprie aziende e rinunciare ai propri obiettivi perché, PRESUNTUOSAMENTE, SI È SCELTO DI NON AFFIDARSI A PROFESSIONISTI E CONSULENTI ESPERTI DELLE VARIE FASI di avvicinamento all'obiettivo.
Poche chiacchiere, la nuda verità è questa.
Queste capacità si ottengono UNICAMENTE IN DUE MODI:
 
1) STUDI, STUDI, STUDI per tanti anni e poi PRATICA, PRATICA, PRATICA per altrettanti tanti anni oppure
2) TI AFFIDI AD UN MENTAL COACH o ad un BUSINESS COACH che ti possa TRASMETTERE QUELLE COMPETENZE AI MASSIMI LIVELLI!
 
Quello che purtroppo vedo in giro è un DILAGANTE DILETTANTISMO, ed è proprio il dilettantismo la vera piaga della CRISI ITALIANA di questi anni!
Nel tuo lavoro, nelle tue relazioni, nel raggiungimento dei tuoi obiettivi, ricordati sempre quello che hai letto in questo post! :-)
Chi ti spinge ad agire SEGUENDO LE TUE SENSAZIONI ISTINTIVE, ti spinge ad un comportamento SUPERFICIALE, DILETTANTISTICO, POCO PROFESSIONALE.
Se hai DAVVERO A CUORE IL RAGGIUNGIMENTO DEI TUOI OBIETTIVI, preoccupati di DEFINIRE BENE LE TUE RISORSE, DEFINISCI BENE QUAL È LO SCENARIO IN CUI TI STAI MUOVENDO, quali COMPETENZE possiedi davvero a riguardo E CONSIDERA L'IDEA DI AFFIDARTI AD UN PROFESSIONISTA che possa farti da consulente almeno durante le fasi cruciali e più delicate.
 
Il MIGLIORAMENTO PERSONALE è anche (e soprattutto) questo! ;-)
 
Ti voglio mostrare un bellissimo video in cui Giorgio Nardone spiega le basi del PROBLEM SOLVING STRATEGICO:
 
 
Inserisci un TUO COMMENTO, dammi un tuo FEEDBACK sull'articolo e METTI MI PIACE qui sotto :-)
Alla prossima settimana!
 
 
Fabrizio F. Caragnano
Professional Mental Coach
 
 

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