Utilizziamo cookie nostri e di terze parti al fine di migliorare la tua esperienza di navigazione sul nostro sito, valutare il coinvolgimento dei nostri utenti e migliorare i nostri servizi.
Continuando nella navigazione acconsenti all'utilizzo di cookie sul tuo dispositivo.

Prossimi Eventi

Eventi organizzati da Studio M.E.P.E.C.

Qui troverai tutti i Corsi, le Conferenze e i Seminari organizzati mese per mese.

Vedi tutti gli eventi

Memoria e Apprendimento

Corso in 3 giornate FULL IMMERSION

Corso MASTER LEARNING 3.0 (Apprendimento Efficace, Memorizzazione Avanzata e Lettura Veloce)

Stiamo organizzando i nuovi corsi

Evoluzione Personale

Conferenza di 2 ore

Nuove conferenze sull'Evoluzione Personale

Stiamo aggiornando il calendario conferenze 2018-2019

Skills Professionali

Seminari immersivi di 1 WeekEnd

Seminari specifici per professionisti in vari settori

Stiamo aggiornando il calendario corsi 2018-2019

Questo mercoledì parliamo di Comunicazione Efficace, e in particolare di Comunicazione Non Verbale.
Da questa settimana ho intenzione di esporre, in maniera dettagliata e esaustiva all'interno di una serie di articoli, i vari aspetti della Comunicazione Efficace iniziando proprio dalla Comunicazione Non Verbale.
 
Come forse ben saprai, il campo di studio della Comunicazione viene suddivisa, per praticità di analisi, all'interno di 3 ambiti: il primo ambito è quello conosciuto come Comunicazione Verbale (le cose che dici), poi abbiamo la Comunicazione Para-verbale (il modo in cui dici le cose), e infine la Comunicazione Non Verbale (cosa esprime il tuo corpo mentre dici le cose), di cui ci occuperemo in questo articolo.
La Comunicazione Non Verbale viene studiata, in maniera approfondita, dagli anni 40, in America, e diventa materia di studio a sé stante alla fine degli anni '60 all'interno del corpus di conoscenze della Psicologia.
Da allora, esistono moltissimi studi, sia americani sia di scuola europea, molto seri e validi, che prendono in esame i vari aspetti della Comunicazione Non Verbale; per intenderci, nello specifico definiamo Non Verbale quella parte della comunicazione che NON analizza la parola detta (il modo in cui usiamo le parole, il modo in cui le scegliamo e come usiamo i toni e la velocità corrisponde all'aspetto Verbale e Para-verbale della comunicazione), ma analizza, invece, l'uso che facciamo del nostro corpo, mentre parliamo, il modo in cui occupiamo lo spazio intorno a noi, mentre parliamo, il modo in cui interagiamo con questo spazio e il modo in cui lo modifichiamo, mentre parliamo.
 
La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima.
(Henri Bergson)
 
Saper comunicare in maniera efficace rappresenta oggi una conoscenza fondamentale in praticamente tutti i settori e in tutti i campi del sapere umano.
Esistono mille occasioni in cui saper comunicare bene risulta di vitale importanza.
Veniamo da una cultura che per decenni ci ha spinto a guardare con sospetto chi vi vuole convincere di qualcosa, in realtà l'etimologia di "convincere" deriva da "vincere-con" cioè ottenere una vittoria INSIEME, quindi io vinco se vinci anche tu e viceversa, che poi sarebbe il principio base di ogni buon acquisito: tu compri da me un bene perché è a te che serve e io fornendoti quel bene ricevo in cambio da te qualcosa, sotto forma di pagamento.
 
Stesso discorso vale per la Comunicazione, se io so esprimere bene ciò che penso, se io riesco in modo efficace a darti un'idea precisa di ciò che la mia idea può rappresentare per te, ecco che possiamo giungere ad un accordo, e ogni accordo porta con sé, sempre, una forma di collaborazione, che può essere nel brevissimo tempo (acquisiti da me una cosa con uno scambio di beni utili per entrambi), oppure nel medio e lungo termine (la mia idea ti permette di formarti insieme a me, di crescere, di lavorare, di sperimentare nuovi stili di vita).
 
Saper comunicare bene quindi, significa soprattutto mettersi nei panni dell'altro, conoscere il modo in cui valorizza le cose, comprendere quali sono i suoi timori derivati dalle sue esperienze passate, rispettare i suoi tempi rappresentazionali e decisionali; il tutto senza invadere il suo spazio mentale e fisico, e rispettandolo come persona che può anche avere idee diverse dalla nostra, può avere priorità diverse e anche conoscenze apprese, diverse dalle nostre.
 
Parlando con professionisti di ogni genere, mi viene da sorridere, quando mi raccontano con estrema precisione alcuni dialoghi con i loro clienti; dialoghi in cui, alla fine, non sono riusciti a spiegarsi oppure a giungere ad un accordo, e se ne vanno via dicendosi fra sé e sé, con grande convinzione: <<che strana persona quella, non capiva proprio quello che volevo dirgli, eppure io gliel'ho spiegata bene! Così come andava spiegata!>>.
Se pensi che le cose abbiano "un modo esatto in cui debbano essere dette e spiegate" non sarai mai un comunicatore efficace!
 

Tutta la comunicazione, che coinvolge sia noi, sia il nostro interlocutore, deve essere centrata, in ogni istante, sul rispettare il nostro interlocutore.

 
Una cosa detta in un certo modo potrebbe offendere l'altro, instillando in lui un meccanismo di difesa e di allontanamento.
Quindi non può esistere UN UNICO MODO di dire le cose, che sia assolutamente migliore di un altro.
Se non sei riuscito a farti capire, indipendentemente dal livello culturale del tuo interlocutore, SEI TU AD AVER SBAGLIATO APPROCCIO.
E il più delle volte si sbaglia proprio perché siamo TROPPO focalizzati sulle cose che diciamo e sul modo in cui le diciamo, senza osservare la nostra gestualità, e soprattutto senza osservare la gestualità dell'altro che ci ascolta.
 
comunicazione non verbale grafico smallGli studi di Albert Mehrabian, psicologo statunitense, effettuati negli anni '60, hanno messo in luce come all'interno della Comunicazione, i 3 canali, Verbale, Para-verbale e Non Verbale, non influenzano allo stesso modo chi ci ascolta, alcuni sono più importanti di altri.
Mehrabian ha messo in evidenza come il tuo inconscio tenda a dare grande valore all'aspetto Non Verbale di chi ti parla; questo accade perché l'inconscio è abituato fin dall'infanzia a processare la mimica facciale dei nostri genitori, per comprendere il loro stato d'animo, e da adulti siamo diventati bravissimi a farlo, inconsciamente; l'inconscio osserva i gesti; il tuo inconscio a livello subliminale osserva e decodifica la postura di chi ti parla, il modo in cui accavalla le gambe oppure sposta il peso del corpo; tutto questo senza che tu neanche te ne accorga, perché sei distratto dalle cose che ti sta dicendo.
Secondo questi studi, l'aspetto Non Verbale viene valorizzato dall'inconscio al 55%, molto più della somma degli altri due aspetti, che influenzano il nostro inconscio al 38% (gli aspetti Para-verbali) e appena al 7% (gli aspetti Verbali).
 
Per questo motivo possiamo anche dire una cosa con estrema convinzione, e poi smentirla con il corpo.
Il nostro inconscio rileverà tale incongruenza comunicativa e non avrà dubbi, si baserà nella sua valutazione, su ciò che il CORPO gli sta comunicando, e non su ciò che gli sta dicendo la BOCCA: l'aspetto Verbale (al 7%), non può competere con l'aspetto Non Verbale (55%) espresso dal corpo nel suo insieme.
 
Mehrabian nei suoi studi ha più volte precisato che questi valori non vanno presi alla lettera, e diventano indicativi unicamente quando stiamo comunicando EMOZIONI e SENSAZIONI.
 
Immagina questa scena: un tuo amico ti dice: <<Sono calmissimo>>, mentre digrigna i denti, stringe i pugni e spalanca gli occhi...cosa valuti importante?
Il suo messaggio "verbale" (sono calmissimo) o l'aspetto Non Verbale (i suoi gesti ed espressioni del viso)?
Ovviamente i due canali sono in netta contraddizione fra loro e il tuo inconscio processerà il canale Non Verbale, ignorando tranquillamente quello Verbale, che non può corrispondere al vero!
 

INTRODUZIONE ALLA COMUNICAZIONE NON VERBALE

 
1° ASSIOMA DELLA COMUNICAZIONE UMANA (WATZLAWICK, et all.)
 
NON POSSIAMO NON COMUNICARE
IL COMPORTAMENTO NON HA UN SUO OPPOSTO. NON ESISTE IL NON-COMPORTAMENTO.
ATTIVITÀ O INATTIVITÀ, PAROLE O SILENZIO HANNO SEMPRE VALORE DI MESSAGGIO.
 
libro perché mentiamo con gli occhi smallMolto bello e interessante è il libro "Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?" scritto da Allan e Barbara Pease, esperti di Comunicazione Efficace, edito dalla BUR (Biblioteca Universale Rizzoli).
È un libro bellissimo e soprattutto molto scorrevole, ricco di esempi e spiegazioni sui vari modi di gestire il nostro corpo e lo spazio intorno a noi durante le varie fasi della comunicazione. Se ti interessa approfondire questi temi, te lo consiglio vivamente, inoltre costa anche molto poco, appena 9,90 euro. Se vuoi lo puoi ordinare da qui: MACROLIBRARSI.
 
La Comunicazione Non Verbale si divide ulteriormente in sotto-campi di studio, questi sono:
 
1) CINESICA
 
Lo studio delle posizioni del corpo e degli spostamenti nello spazio, dei cambi di peso, che influenza la congruenza con ciò che viene detto.
Se mi allontano mentre affermo: <<mi fido di te>>, ciò non è congruente, e l'inconscio del nostro interlocutore percepirà un conflitto comunicazionale, in quanto la Cinesica ci insegna che i sentimenti di stima, fiducia e apprezzamento in genere, vengono sottolineati e confermati da un avvicinamento alla persona verso cui ci rivolgiamo.
Lo studio del contatto visivo fa parte della Cinesica. In Occidente siamo abituati a comunicare una moltitudine di intenzioni ed emozioni usando unicamente lo sguardo, cosa che nei paesi Orientali è poco tollerato.
 
comunicazione non verbale will eisner
2) L'APTICA
 
È lo studio dei modi in cui tocchiamo l'altra persona, i modi in cui cerchiamo contatto fisico, la loro durata, pressione e invasività.
Ogni cultura ha una percezione del tocco diversa, nei paesi orientali uno sconosciuto in alcune condizioni può tranquillamente prenderti a braccetto per mostrarti qualcosa, ciò accade in maniera frequente nei mercati e nei negozi. In occidente ciò non è assolutamente ammesso. Ogni tocco, anche occasionale, sulla metropolitana o nei negozi, da parte di sconosciuti, deve essere seguito da un verbale che chiede scusa e ne sottolinea l'involontarietà.
 
3) PROSSEMICA
 
La Prossemica studia la percezione che le diverse culture hanno di vivere lo spazio intorno a loro, anche qui, più si viaggia verso Oriente, più le persone sono abituate a condividere spazi ridottissimi, cosa che invece in Occidente procura un senso di disagio.
Questo si nota all'interno delle Metropolitane: in Occidente soffriamo molto l'essere obbligati a passare del tempo stretti fra persone sconosciute a meno che non sappiamo che condividono con noi valori e principi simili (ad esempio, tolleriamo bene chi, insieme a noi, esulta, in un concerto o in uno stadio, anche se siamo a stretto contatto e sono perfetti sconosciuti).
La Prossemica divide lo spazio personale in 4 aree, o sfere di percezione: 1) Lo Spazio Intimo; 2) Lo Spazio Personale; 3) Lo Spazio Sociale; 4) Lo Spazio Pubblico.
Ciascuno di questi 4 spazi gode di proprietà diverse e distinte, e sono diverse da cultura a cultura; saranno argomento di successivi articoli di approfondimento :-)
 
4) MIMICA
 
È lo studio di tutto quell'insieme di espressioni del viso e di micro-espressioni facciali che compiamo durante la comunicazione.
Il nostro viso può assumere diverse espressioni per comunicare emozioni a chi ci ascolta, e per farlo si avvale di ben 46 muscoli distinti che chiamiamo appunto Muscoli Espressivi; questi muscoli combinati assieme arrivano a generare più di 7000 combinazioni diverse che vengono poi interpretate dal nostro inconscio in maniera emozionale.
 
5) STATICA
 
Si occupa di studiare l'influenza che ha l'indossare determinati oggetti sulla nostra efficacia comunicazionale.
Se tu dovessi ascoltare una conferenza sul come diventare ricchi, come valuteresti uno speaker vestito in jeans strappato e felpa? Preferiresti ascoltare una persona che si presenta in giacca e cravatta, e magari che indossa un bell'orologio d'oro, giusto?
Anche il modo in cui scegliamo i vestiti per enfatizzare il nostro ruolo fa parte della comunicazione, e con esso anche tutti quegli oggetti e accessori che scegliamo di indossare, come anche, influenza la comunicazione, i diversi modi in cui una donna può scegliere il proprio trucco.
 
Tutti questi aspetti costituiscono lo studio più ampio della Comunicazione Non Verbale.
 
Secondo lo psicologo Paul Ekman, che ha dedicato praticamente tutta la sua vita allo studio della Comunicazione Non Verbale, esistono 5 differenti categorie di "gesti" che l'essere umano può effettuare mentre comunica.
 
1) GESTI SIMBOLICI (chiamati anche EMBLEMI GESTUALI)
2) GESTI ILLUSTRATORI
3) GESTI INDICATORI (dello stato emozionale ed affettivo)
4) GESTI REGOLATORI
5) GESTI DI ADATTAMENTO (GESTI MANIPOLATORI)
 
OGNI COMUNICAZIONE AVVIENE SEMPRE CONTEMPORANEAMENTE SU DUE PIANI: QUELLO DEL CONTENUTO E QUELLO DELLA RELAZIONE. MEDIANTE LE PAROLE TRASMETTIAMO DELLE INFORMAZIONI (CONTENUTO), TRAMITE I SEGNALI DEL CORPO DIAMO "INFORMAZIONI ALLE INFORMAZIONI", AGGIUNGENDO UN'ULTERIORE PROFONDITÀ COMUNICAZIONALE (QUALITÀ DELLA RELAZIONE).
(WATZLAWICK)
 
Nel prossimo articolo, ti porterò avanti con l'approfondimento della Comunicazione Non Verbale, iniziando proprio dallo studio dei GESTI DI ADATTAMENTO, e in particolar modo ti parlerò di quelli che si chiamano GESTI MANIPOLATORI, che ti permetteranno di comprendere a colpo d'occhio lo stato di disagio o di piacere che il tuo interlocutore sta provando mentre gli parli :-)
 
Se l'articolo ti è piaciuto, scrivi i tuoi commenti qui sotto :-)
Appuntamento al prossimo Mercoledì ;-)
 
 
 
Fabrizio F. Caragnano
Professional Mental Coach
 
 
 

Skype Status

Aggiungimi su SKYPE per chiamarmi e ricevere una consulenza di orientamento iniziale gratuita.

oppure scrivimi a: studiomepec@gmail.com

EBook sul Miglioramento Personale

Il LIBRO della Settimana

Vai all'inizio della pagina