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Einstein una volta disse: <<Solo il folle si aspetta risultati diversi mentre ripete continuamente le stesse azioni>>.

Partendo da questo principio vorrei condurvi ad un particolare livello di comprensione, il livello di comprensione esattamente necessario per strutturare il livello di miglioramento personale in grado di radicare una determinata "visione" nella vostra vita.
La "vision" in questione non ha un nome specifico, e comunque sarebbe prematuro svelarla con un aggettivo che tentasse di qualificarla ora; sarebbe meglio che proseguendo con la lettura dell'articolo essa possa farsi strada dentro di voi, e sarete voi stessi, poi, a dirmi se qualcosa è cambiato o se, al contrario, non troverete nulla di "speciale" in ciò che mi accingo a proporvi ;-) 
Tutti sanno che quando spostiamo qualcosa, ad esempio un oggetto che è inizialmente immobile, la forza necessaria per imprimere al corpo un primissimo spostamento è molto maggiore rispetto alla forza che interviene successivamente, cioè quella necessaria per mantenere quel corpo in quello stato di moto (velocità) che gli abbiamo impresso.
Questo avviene perché la forza che impieghiamo per farlo spostare deve vincere la resistenza iniziale all'immobilità del corpo stesso, questa resistenza si chiama Inerzia.
L'inerzia può nascere da diversi fattori, il primo di questi si chiama "attrito".
L'oggetto immobile, poggiando su una superficie e imprimendo il suo peso su quella superficie, tende a fare resistenza finché non si vince la forza di attrito e, da quel momento in poi, il corpo si potrà spostare più facilmente.
Anche l'aria e la pressione atmosferica giocano un ruolo importante all'interno del concetto di inerzia. 

State tranquilli, questo articolo non è una lezione di fisica, e le limitate nozioni scientifiche che ci tenevo a spiegarvi terminano qui :-)

Quello che mi preme è metaforizzare questo concetto che abbiamo compreso tramite questi esempi. 

Ogni cambiamento di "stile di vita" va paragonato al far cambiare lo stato di movimento di un corpo. 

Così come abbiamo bisogno di una forza maggiore all'inizio dello spostamento, allo stesso modo, quando vogliamo imporre un cambiamento nelle nostre abitudini, questo tentativo sarà destinato all'insuccesso se non comprendiamo che, sopratutto inizialmente, dobbiamo imprimere una forza molto più intensa rispetto a quella necessaria a "mantenere" successivamente quello stile di vita. 

Spesso, osservando le persone che mostrano di ottenere un successo maggiore del nostro, ci diciamo: <<quanto vorrei essere come lui...ma cosa mi manca? cosa non ho che lui invece possiede?>>

In realtà ciascuno di noi ha "forgiato" la propria mente secondo dei precisi ritmi, quando vogliamo cambiare stile di vita, quando vogliamo raggiungere nuovi traguardi, quello che ci viene richiesto è un cambiamento di quel "ritmo" di pensiero. 

Vi è mai capitato di pensare di uscire e andare a fare una gita improvvisata, di appena qualche chilometro fuori città, magari al mare o a visitare il lago o il borgo più vicino? E poi, pensando alla "stranezza" di quella idea improvvisa, vi dite <<ma che ci vado a fare? tutto il trambusto per arrivare e poi che faccio? rimango qui va...facciamo le solite cose...>>

Esatto!
Ecco cos'è l'inerzia comportamentale!
Volevate imprimere una forza per spostare un oggetto, ma non ci siete riusciti!
Non avete vinto l'inerzia che vi spinge a mantenervi nella condizione in cui vi trovate! 

Quel pensiero che vi fa rinunciare ad una azione "diversa", "improvvisa", che esce dagli schemi normali della vostra vita, è l'equivalente della resistenza o attrito per un corpo; attrito che va vinto se volete spostare quel corpo. 

Il 12 Marzo del 2014 nell'articolo "AFFEZIONARSI AL PROPRIO “LOGOS” DI PENSIERO" (te lo sei perso? Leggilo ORA!), abbiamo trattato il tema dell' INERZIA COMPORTAMENTALE per la prima volta, e di come fin da bambini ci siamo "educati" ad usare la nostra mente per "raccontarci" le nostre esperienze, isolandoci dal mondo esterno, quando i nostri genitori non ci capivano e magari ci mettevano in punizione.

Più ci abituiamo ad usare il nostro dialogo interiore per "ancorarci" alle emozioni in cui ci identifichiamo, più dovremo successivamente affrontare una forte inerzia da vincere quando vogliamo cambiare aspetti della nostra vita.

E' stato studiato infatti che chi "si parla dentro" continuamente, commentando incessantemente le esperienze che vive, incontrerà maggiori difficoltà a intraprendere progetti nuovi, a rispondere con comportamenti efficaci alle situazioni imprevedibili, rispetto a chi, magari tramite la meditazione o tramite pratiche sportive, ha imparato a tenere sotto controllo il dialogo interno. 

Ho già parlato di quanto sia deleteria la RUMINAZIONE MENTALE nell'articolo del 31 Dicembre 2014 (ESSERE PADRONI DEL NOSTRO DESTINO: LE ABITUDINI DANNOSE, se te lo sei perso sarebbe meglio se lo leggessi subito, CLICCA QUI), cioè quella fastidiosa abitudine di usare il nostro dialogo interno per intraprendere incessanti e continui soliloqui, commentando qualsiasi evento che ci capita sotto gli occhi. 

Ci sono persone che utilizzano la ruminazione mentale durante il lavoro, come appoggio emotivo, altre per non sentirsi sole con se stesse; insomma ciascuno può trovare la sua scusa personale, un motivo per utilizzare la possibilità di intraprendere un dialogo interno con sé stesso, perché si è visto, a livello sperimentale, che effettivamente ciò induce un lieve effetto ansiolitico; in qualche modo ti dà l'impressione di calmare le ansie, di lenire le preoccupazioni, almeno ciò ti sembra che avvenga lì per lì. 

Ciò che avviene nel lungo periodo però è creare le basi di un comportamento che ti fa radicare quelle ansie, ti fa strutturare proprio le preoccupazioni che lì per lì ti sembrava di risolvere, evitare.

Pensateci!
Parlando e riparlando dei problemi, questi si radicano, diventano una fissazione...
Diventano la scusa o la scorciatoia, se vogliamo, utilizzata dalla nostra mente per riempire i vuoti, riempire i silenzi interiori, con un dialogo ripetitivo. 

Avete presente quelle persone che in seguito a problemi economici non fanno altro che usare quei problemi come argomento di discussione quando escono con amici?
Essendo abituati a parlarne continuamente fra sé e sé, quando si trovano di fronte ad una conversazione, la prima scelta sarà quella di riprendere proprio quei dialoghi che si fanno nella testa tutto il giorno.
Se hanno degli amici sinceri che glielo fanno notare, magari se ne accorgono anche loro e di solito si scusano per poi riprendere a parlarne dopo 10 minuti! :-) 

Il problema e che questa incapacità di controllare il dialogo interno si ripercuote sull'adattabilità comportamentale richiesta nelle attività di tutti i giorni.

Questa abitudine al dialogo interno diventa un ATTRITO CONTRO CUI COMBATTERE, e che bisogna vincere, esattamente come avviene quando vogliamo spostare un oggetto dalla sua posizione di quiete.  

Possiamo desiderare in tutti i modi uno stile di vita diverso, possiamo volerlo con tutta la volontà del mondo, immaginarcelo nella nostra mente, visualizzarlo usando tutte le tecniche di visualizzazione e i "riti" che vogliamo, ma finché abbiamo nella testa dialoghi interni che commentano tutto ciò che facciamo, lo sforzo che stiamo mettendo in atto diventa estenuante da sopportare nel lungo periodo.

Avere un continuo dialogo interno ci stanca e ci logora la mente!

Non è un caso che discipline orientali, come lo yoga e le arti marziali, che richiedono velocità di reazione e grande adattabilità, insistano fin da subito sullo sviluppare la capacità di "silenziare" e "svuotare" la mente.
In queste discipline viene data grande importanza all'arte della respirazione (in cinese queste pratiche si chiamano Tiao Xi, cioè "regolarizzare il respiro", stesso significato del termine sanscrito Pranayama, utilizzato nelle discipline yogiche indiane), infatti il controllo della respirazione è il requisito fondamentale per il controllo del proprio dialogo interno.
Quando un Maestro di Yoga (o di arti marziali) dice all'allievo di svuotare la sua mente, intende proprio l'interrompere il dialogo interno che il più delle volte "esaurisce" le energie dell'allievo in un continuo lavorìo che lo consuma e lo distrae dalla consapevolezza del qui ed ora.
E non è un caso che i praticanti di queste discipline siano quelli che, più di tutti gli altri, siano in grado di rispondere con meno inerzia di fronte ai cambiamenti dello stile di vita. 

Persone del genere quando si mettono in testa di modificare un aspetto della propria vita, sentono meno ostacoli mentali, semplicemente nel momento in cui sentono la necessità di un cambiamento, LO ATTUANO! 

Praticare costantemente meditazione, anche solo per 30 minuti 3 volte la settimana, aiuta moltissimo e permette di abbattere il dialogo interiore depotenziante e la ruminazione mentale. 

Come primo beneficio avremo la sensazione di sentire un attrito molto minore nell'intraprendere nuove attività.

E come se ciò che desideriamo e ci figuriamo nella testa subito lo riuscissimo a realizzare con le nostre azioni.

Ciò che avverrà sarà proprio un allineamento tra pensiero e azione!

Se ciò che disse Einstein riguardo alla ripetizione del folle è vero (e vi assicuro che lo è!), dobbiamo smettere di attenderci risultati diversi e "svolte" nella vita se continuiamo ad adottare gli stessi modelli di pensiero!
Se vogliamo davvero appropriarci di abitudini vincenti, dobbiamo prendere l'abitudine di osservare chi, diversamente da noi, riesce a seguire determinati regimi e stili di vita "vincenti" e per farlo, cioè per ADOTTARE il cambiamento, dobbiamo PREDISPORCI ALL'ADATTABILITÀ.

Magari quella persona che ammiriamo non ha fatto alcuno sforzo per raggiungere il successo, semplicemente perché quel comportamento se lo è già trovato addosso, ha DA SEMPRE adottato uno stile di vita idoneo al raggiungimento dei suoi obiettivi, ma se ciò è avvenuto, è stato frutto del caso! 

Hai mai pensato che, molto probabilmente, quella stessa persona, se posta in condizioni di vita diverse, smetterebbe di essere una persona di successo?
Noi osservando i comportamenti degli altri, possiamo CAMBIARE NOI STESSI, adottare i cambiamenti che producono successo e ABBANDONARE tutte quelle abitudini che invece ci rendono la vita difficile e poco produttiva. 

In moltissimi libri di CRESCITA E MIGLIORAMENTO PERSONALE questo sembra essere il MANTRA più diffuso, venduto come fosse il segreto impensato dai mille e più "guru" del successo.
La realtà è ben diversa!
La maggior parte di persone che cerca di seguire questo consiglio, comunque poi non riesce davvero a cambiare nulla nella propria vita proprio a causa dell'INERZIA COMPORTAMENTALE. 

Spesso ciò che avviene, nel migliore dei casi, e che la persona riesce, per un brevissimo periodo, limitato nel migliore dei casi a qualche settimana, ad adottare alcuni nuovi regimi di vita, a far entrare alcune nuove azioni nella propria quotidianità.
Poiché il proprio dialogo interno è però così radicato, dopo quei pochi giorni, senza rendersene conto, finisce per riprendere tutte le vecchie abitudini che seguiva prima e che voleva invece eliminare. 

RENDERE CONSAPEVOLE E SUCCESSIVAMENTE LIMITARE IL DIALOGO INTERNO È IL PRIMO PASSO PER ABBATTERE LE RESISTENZE INTERNE AI CAMBIAMENTI DELLA VITA 

Per rendere consapevole questo dialogo interno bisogna prendere l'abitudine ad auto-osservarsi spesso durante il giorno, accorgersi se stiamo parlando con noi stessi, se stiamo commentando interiormente eventi, situazioni, emozioni.
Meditare una mezz'ora ogni 2 o 3 giorni aiuta moltissimo e potenzia questa capacità di auto-osservazione quotidiana, quindi se non lo fate già, vi consiglio di iscrivervi a qualche corso di meditazione, o di yoga, o anche di arti marziali (Karaté, Kungfu, Taiji Quan), proprio perché queste discipline si fondano sulla capacità di "svuotare" la mente. 

NEL CORSO DELLA VITA O SI EVOLVE CONTINUAMENTE E COSTANTEMENTE, O SI MUORE! 

Questo è il primo e fondamentale aspetto che riguarda l'inerzia comportamentale. 

In un prossimo articolo parleremo dei concetti di IMPORTANZA e di DEFINIZIONE DEL SÉ, che attribuiamo a ciascun evento, passato o futuro, e che contribuiscono anch'essi in maniera sostanziale ad aumentare il fenomeno dell'inerzia comportamentale. 

DIALOGO INTERNOPOTENZIALE DI IMPORTANZA e DEFINIZIONE DEL SÉ, rappresentano una TRIADE fondamentale, che se CONSAPEVOLIZZATA ci permette di acquisire una fluidità comportamentale incredibile.

Se questo articolo ti è piaciuto, inserisci un commento qui sotto scrivendomi le tue personali riflessioni e i tuoi pensieri sull'argomento :-)

Ci ritroviamo la settimana prossima ;-)

 

Fabrizio F. Caragnano

Professional Mental Coach

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