<<Il linguaggio, questa invenzione squisitamente umana, può consentire quello che, in linea di principio, non dovrebbe essere possibile. Può permettere a tutti noi – perfino a chi è cieco dalla nascita – di vedere con gli occhi di un altro.>>
Oliver Sacks
Riprendiamo esattamente da dove ci eravamo fermati la settimana scorsa :-)
Parliamo di PSICOLINGUISTICA cioè il modo in cui INCONSCIAMENTE diamo priorità a determinati concetti e utilizziamo determinate parole come conseguenza dei nostri SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI primari.
La settimana scorsa ti ho parlato degli importantissimi studi effettuati da Richard Bandler insieme al suo collega John Grinder, effettuati durante le sedute di psicoterapia della famosa psicoterapeuta della famiglia Virginia Satir.
Ti ho spiegato che OGNI RAPPRESENTAZIONE MENTALE CHE SI FORMA NELLA TUA MENTE, POSSIEDE DEGLI ASPETTI SENSORIALI CHE DIPENDONO DAI TUOI SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI PRIMARI.
Così allo stesso modo quando parli, tendi ad utilizzare termini e vocaboli (predicati), che raccontano il canale sensoriale che privilegi.
Se ti sei perso la prima parte dell'articolo che ho pubblicato la settimana scorsa,
ti consiglio di leggerlo SUBITO, PRIMA di proseguire con la lettura; potrai comprendere meglio il discorso e i concetti che ti spiegherò in questo articolo.
LEGGI LA PRIMA PARTE DELL'ARTICOLO, CLICCANDO QUI.
Torniamo, a questo punto, alla nostra cara Virginia Satir.
Come faceva a far sentire a proprio agio tutti i propri pazienti? Come faceva a creare quella sensazione di estrema fiducia dopo solamente una seduta?
Bandler e Grinder compresero, alla luce di ciò che avevano scoperto, che senza saperlo (chissà...magari no...;-) ), Virginia Satir MODULAVA il proprio modo di parlare MODIFICANDO I SUOI TERMINI IN ACCORDO CON LE MODALITÀ SENSORIALI DEI SUOI PAZIENTI!
Non ci è dato sapere se Virginia Satir fosse una prevalentemente una Visiva, Auditiva o Cinestesica; la cosa che Bandler e Grinder notarono con grande stupore fu che lei riusciva a far sentire a proprio agio pazienti, molto diversi fra loro, PROPRIO PERCHÉ NON IMPONEVA IL PROPRIO MODO DI VEDERE/SENTIRE LE COSE, MA ANDAVA AD UTILIZZARE GLI STESSI PREDICATI E GLI STESSI TERMINI UTILIZZATI DAI PAZIENTI!

Quando arrivava un paziente nuovo, Virginia Satir lo ascoltava parlare, se il paziente utilizzava principalmente verbi "visivi", lei anche faceva lo stesso utilizzando verbi "visivi" nel proprio modo di parlare, stessa cosa se un paziente sceglieva verbi "auditivi" e/o "cinestesici" lei faceva altrettanto.
In questo modo riusciva a creare EMPATIA!
Le persone, inconsciamente, si sentivano a proprio agio perché pensavano <<ah! che bello! questa terapeuta CONDIVIDE il mio stesso modo di VEDERE/SENTIRE il mondo!>>
E ti assicuro che quando incontri una persona che ti capisce, LO SENTI SUBITO ;-)
Ti è mai capitato di conoscere una persona e dopo 10-15 minuti che ci parli, SENTI A PELLE che è SIMILE A TE?
Cosa fa "scattare" questa sensazione?
Cosa crea l' "EMPATIA"?
Proprio il condividere la stessa "mappa del mondo" (le rappresentazioni che la nostra mente utilizza); se due persone vedono le cose allo stesso modo, condividono la stessa mappa del mondo, e quindi si capiscono con poche parole!
Quando invece si rappresentano il mondo con mappe diverse, fanno fatica perché devono spiegarsi in mille modi.
Nella psicolinguistica si chiamano appunto SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI.
I SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI, come notarono subito Bandler e Grinder, non si limitano solamente alla scelta delle parole.
Le persone quando sono in modalità "visiva" tendono a gesticolare molto "disegnando" con le mani ciò di cui parlano, ed essendo le immagini molto veloci nel cervello, tendono a parlare anche molto velocemente (devono adeguare il parlato alla velocità rappresentazionale), inoltre, cosa molto particolare, tendono a dire frasi come: <<prendimi quel coso>>, <<mi passi quella cosa?>> :-)

Questo accade perché nella loro testa si forma in una frazione di secondo l'immagine dell'oggetto specifico, ma è talmente veloce che vorrebbero che l'altro capisse al volo...la scelta di trovare il nome giusto di "quella cosa" li rallenta e quindi usano sempre il generico "coso", "cosa" :-)
Le persone che vanno in modalità "auditiva", gesticolano anch'esse, ma in modo vago, sincronizzando i gesti delle mani con i toni della voce, come fossero direttori d'orchestra.
Parlano con velocità media, ma studiata, aumentano e diminuiscono i toni e il volume della voce a seconda di ciò che vogliono esprimere, perché si "auto ascoltano" sempre, fanno inoltre largo uso di pause e quando ascoltano tendono a piegare la testa portando l'orecchio dominante verso l'interlocutore.
Le persone che entrano in modalità "cinestesica" parlano molto lentamente perché le emozioni hanno una loro durata, e loro le rivivono mentre parlano, spesso sono "introiettate" verso se stesse, spalle un po' curve, vanno spesso in introspezione.
Per chi entra in modalità "visiva", i "cinestesici" sono noiosi, mentre per chi sta vivendo una modalità "cinestesica", i "visivi" li avverte come degli esagitati/esaltati :-))
Ora, molte persone che studiano i Sistemi Rappresentazionali, tendono ad etichettare le persone, <<ah tu sei un VISIVO!>>, oppure <<tu sei un CINESTESICO, è per questo che non riesci a memorizzare le canzoni>>, ecc...
Il lavoro di Bandler e Grinder mise solamente in luce che QUEI PAZIENTI, IN QUELLA SPECIFICA SITUAZIONE, tendevano ad utilizzare PRIORITARIAMENTE alcune modalità linguistiche.
Ricordati che il tuo cervello elabora continuamente TUTTI I TUOI 5 SENSI, ed è solo la SCELTA A LIVELLO INCONSCIO di ciò che vuoi TRASMETTERE, che crea un effetto IMBUTO (o COLLO DI BOTTIGLIA).
In altri termini, quando SCEGLI DI RACCONTARE una tua esperienza, per COSTRUZIONE STESSA DEL LINGUAGGIO, devi SCEGLIERE DEI SOGGETTI E DEI PREDICATI, scartandone per forza di cose altri.
NON PUOI TRASMETTERE TUTTA LA TUA ESPERIENZA SENSORIALE AL TUO INTERLOCUTORE, RIVERSANDOLA IN LUI!
Devi mettere ORDINE, e nel fare ciò la tua mente SCEGLIERÀ I TERMINI CHE SECONDO TE SONO I PIÙ ADATTI A DESCRIVERE CIO' CHE HAI VISSUTO.
In contesti diversi le tue scelte risulteranno diverse.
Quando ascolti una persona parlare, comincia DA ADESSO a far caso a quali predicati sceglie di utilizzare.
Se vuoi entrare in sintonia con questa persona, creare empatia, farla calmare e sentire meglio, cerca di ADATTARE il tuo modo di parlare al suo.
In fondo se una persona venisse da te dicendoti << Hello!>>, tu non risponderesti mai con un <<Ciao!>> :-)
Pensaci!
Sarebbe da folli CAPIRE CHE STA PARLANDO INGLESE e incavolarti con quella persona SE NON CAPISCE IL TUO ITALIANO!
Quando comprendi che parla inglese, cercheresti di ADATTARE il tuo linguaggio parlando ANCHE TU INGLESE e risponderesti con un bel sorriso dicendo: << Hi, how are you?>> ;-)
Impara, quindi, a considerarle alla stregua di 3 lingue; se l'altra persona sta utilizzando verbi visivi, cerca da ora in poi, di parlare il "visivo", se utilizza verbi "auditivi" ti sforzerai di usare gli stessi costrutti.
Vedrai che le persone intorno a te si sentiranno subito a loro agio! Avranno molta stima di te e si sentiranno comprese! :-)
Altro consiglio: CHI COME TE STUDIA MIGLIORAMENTO PERSONALE, può trarre grande profitto da questa conoscenza.
Eh sì, perché se tu volessi APPRENDERE QUALCOSA DI NUOVO, ORA SAI QUALE CANALE SENSORIALE PUOI UTILIZZARE PRIORITARIAMENTE.
Se ti ritrovi spesso ad utilizzare modalità linguistiche "visive" forse ASCOLTARE UN PODCAST non è proprio la scelta migliore (le persone molto "visive" sono quelle che a scuola, quando la prof. spiegava, partivano con i "sogni ad occhi aperti" appena una parola scatenava la loro fantasia), quindi UTILIZZERAI INVECE SCHEMI, DIAGRAMMI, MAPPE MENTALI.
Se prioritariamente tendi ad utilizzare modalità CINESTESICHE forse per memorizzare SAREBBE PIÙ UTILE PER TE UTILIZZARE ICONE, DISEGNINI, SIMBOLI CHE RICHIAMANO STATI MENTALI che provi mentre studi quell'argomento.
Un mio amico molto cinestesico, aveva i suoi libri di studio pieni di disegnini di "lampadine"=concetto importante, "punti esclamativi"=argomento non compreso bene, "saette"=attenzione concetto da sviscerare bene, ecc...e lui aveva diversi stati d'animo che sapeva richiamare nella mente per mettere ordine fra i vari capitoli :-)
Ora capisci meglio perché a scuola c'era quel secchione che capiva tutto, mentre su alcuni concetti tu facevi tanta fatica! ;-)
È ovvio!
Quella persona aveva lo stesso SISTEMA RAPPRESENTAZIONALE del professore o della professoressa, mentre, magari, tu no.
I professori quando spiegano non fanno mai caso a queste cose!
Loro spiegano ciò che è CHIARO PER LORO! E danno per scontato che debba essere chiaro anche per TUTTA la classe.
Avendo di fronte 20-25 studenti, dovrebbero invece utilizzare esempi presi da tutti e 3 i sistemi rappresentazionali, offrendo esempi visivi, auditivi e cinestesici.
Agendo in questo modo catturerebbero l'attenzione di tutti gli scolari.
Comprendere quali sono i nostri CANALI RAPPRESENTAZIONALI PRIMARI è molto importante!
In rete ci sono diversi siti che permettono di compilare un test per capire quali sensi sono per voi prioritari, te ne ho selezionati alcuni che potrai fare in pochi minuti e ti permetteranno di comprendere meglio te stesso e quale dei 5 sensi utilizzi maggiormente :-)
Dai un'occhiata a questi link:
Scrivi nei commenti sotto il risultato del tuo test :-) Sei in modalità Visiva, Auditiva o Cinestesica? :-)
Spero che questi temi ti appassionino così come appassionano me :-), inserisci un tuo MI PIACE qui sotto e scrivimi un tuo commento raccontandomi le tue esperienze a riguardo :-)
A presto :-)
Fabrizio F. Caragnano
Professional Mental Coach
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