C: <<Ciao Carla, come stai? Ti vedo un pò giù di morale>>
S: <<Ciao Sara, guarda non chiedermelo, è un periodo molto brutto per me, con mio marito stiamo attraversando un periodo di crisi, sembra che non mi capisca e quando torna dal lavoro è sempre nervoso>>
C: <<Può capitare a tutti, anche io ne ho passate>>
S: <<Mai come sta succedendo a me, anzi, mi sembra che tutte le altre coppie non vivano i problemi che sto vivendo io, te lo assicuro!>>
C: <<Riesci a parlarne con tuo marito? Sicuramente se affrontaste il discorso serenamente potreste riuscire a ritrovare quell'intesa...>>
S: <<Seee, sei matta? Appena provo a toccare l'argomento va su tutte le furie! Comincia a parlarmi addosso e poi chiude la porta e se ne va...oppure si chiude nel suo studio e non vuole sentire ragioni, ha un caratteraccio!>>
C: <<Forse dovreste pensare a risanare tempestivamente questo rapporto, altrimenti la vedo brutta! Considera seriamente l'idea di andare da un Mental Coach...ci hai pensato? A me un Mental Coach anni fà mi ha aiutato tantissimo! Se vuoi ti dò il numero...>>
S: <<Ma hai capito che con mio marito neanche posso sfiorare l'argomento? Secondo te uno che non ci conosce e non sa come ragiona mio marito, può aiutarmi? E poi dovrei stare li a pagare 100 euro ad uno sconosciuto per raccontargli i fatti miei? Sei matta! Chi va da quelli è perché ha dei disturbi...a raccontare le mie cose intime non ci andrei mai...secondo te uno che non sa nulla di te ti conosce meglio di te stesso? Ti ringrazio per il consiglio, ma non ci andrei maaaii!!>>
Ciao,
e buon Mercoledì :-)
Ti ho inserito questo breve dialogo perché oggi desidero esaminare insieme te, alcuni modi di pensare che le persone adottano e che finiscono per creare forti resistenze al raggiungimento della propria felicità.
Io le chiamo Resistenze al Cambiamento, e sono principalmente credenze che si formano nella mente delle persone e col tempo queste stesse credenze sono il motivo per cui non si migliora, non si cercano soluzioni concrete ed efficaci per la propria felicità. Le persone, seguendo quelle idee, non riescono ad accettare l'idea di essere aiutate da qualcuno (quando in realtà ne hanno palesemente bisogno), da una guida o, semplicemente, da un Mental Coach.
Nonostante in Italia stiamo vivendo tutti un periodo di forte crisi, e non mi riferisco solamente alla crisi economica, ma sopratutto alla forte crisi motivazionale che ha ripercussioni su molti aspetti del modus pensandi italiano, le persone non si convincono dell'importanza dell'essere aiutate nei processi decisionali; ci auto-convinciamo che nonostante intorno a noi molte cose vadano a rotoli, possiamo ancora fare la differenza SENZA AMPLIARE IL NOSTRO MODO DI RAPPRESENTARCI LE COSE.
Crediamo di poter fare la differenza, SENZA FARE LA DIFFERENZA!
FARE LE COSE COME LE HAI SEMPRE FATTE, TI CONDURRÀ AD OTTENERE I RISULTATI CHE HAI SEMPRE OTTENUTO!
SE VUOI CAMBIARE LE COSE CHE HAI SEMPRE OTTENUTO, DEVI FARE COSE CHE NON HAI MAI FATTO!
SOLO IL MATTO CREDE CHE DI POTER OTTENERE RISULTATI DIVERSI CONTINUANDO A FARE LE MEDESIME COSE!
Se consideri che alla base delle tue azioni c'è SEMPRE il modo in cui i tuoi occhi SCELGONO COSA METTERE A FUOCO, ecco che appare di grande importanza l'affidarsi ad un esperto che conosca le difficoltà del mondo (non necessariamente deve conosce te!), e può farti uscire dal PANTANO EMOZIONALE in cui ti trovi, per portarti verso visioni più lungimiranti ed efficaci :-)
Educ
Purtroppo però se davvero fosse così semplice basterebbe dirlo e tutti capirebbero, LA REALTÀ È CHE, PROPRIO QUEL PANTANO EMOZIONALE, ESSENDO FATTO DI EMOZIONI, TI EsprSTRINGE IL PETTO E IL CUORE, non ti fa proprio vedere alternative e anzi, ti fa convincere con forza che ulteriori spese potrebbero solo farti affogare più velocemente.
Nella realtà è l'esatto contrario! ;-)
Ma torniamo al dialogo di apertura del nostro articolo.
Sara, come vedi, sta vivendo una situazione molto delicata all'interno della sua relazione di coppia.
Nell'esempio si parla di litigi con il marito, ma la situazione sarebbe la stessa, ai fini della nostra analisi, se al posto di Sara ci fosse un imprenditore alle prese con gravi problemi alla sua azienda, o uno studente che si ritrova a dover ripetere per la quinta volta lo stesso esame e "sente" ormai di non farcela più...
Ma come...una persona sa di essere nei guai, sà di avere difficoltà in un determinato ambito e non gli viene naturale pensare alla soluzione?
Certo! :-)
Pensa alla soluzione!
Ci pensa e ci ripensa ogni giorno!
È proprio questo il problema!
Alla soluzione ci sta continuando a pensare LEI!!
Quando ti OSTINI ad usare lo stesso cervello che in passato ti ha fatto prendere decisioni sbagliate, continuerai a prendere decisioni sbagliate!
Ma continuiamo ad esaminare il nostro dialogo...
Sara, di fronte al consiglio dell'amica, utilizza alcune modalità molto diffuse e comuni nei dialoghi fra persone...per prima cosa compie nella sua mente un'operazione molto caratteristica.
RIVENDICA COME DI SUA PROPRIETÀ E, QUINDI, DI SUA COMPETENZA IL DISAGIO CHE PROVA IL MARITO.
Il marito è il suo, e quindi anche i disagi che prova e che si ripercuotono inevitabilmente nella coppia sono di sua responsabilità.
Il suo inconscio sente che È LEI E SOLO LEI CHE PUÒ E DEVE PORRE RIMEDIO ALLA COSA.
Ma ovviamente più le cose andranno avanti e peggiori saranno.
È interessante analizzare questa modalità: quando le persone hanno un problema, che in qualche modo li coinvolgono come protagonisti, tendono a farsene carico...questo atteggiamento non è implicito, ma VIENE APPRESO DA ADOLESCENTI.
Quando eri bambino/a e avevi un problema cosa facevi?
Andavi da mamma o da papà A CHIEDERE AIUTO!
Addirittura l'immediatezza di questo gesto era talmente radicato che neanche ti fermavi a riflettere se in effetti avevi le già sviluppato le abilità/competenze necessarie per risolverlo...chiedevi un aiuto esterno senza pensarci!
Era la cosa più naturale per te :-)
Successivamente, soprattutto se le richieste diventavano eccessive, i tuoi genitori hanno cominciato a mostrare "fastidio" e ti hanno indotto a provare fastidio anche a te quando chiedevi aiuto a qualcuno.
Ti dicevano, magari, qualche frase del genere: <<ora basta! mi stai chiedendo SEMPRE aiuto, SBRIGATELA DA SOLO, DIMOSTRA CHE SEI IN GRADO DI FARE TUTTO DA SOLO!>>
Ecco fatta la frittata!
Sentendoti ripetere mille volte queste frasi, HAI INDOSSATO QUELLA EMOZIONE COSÌ TANTE VOLTE DA FARLA TUA, L'HAI ADOTTATA!
DEVI SBRIGARTELA DA SOLO!
PERCHÉ STARE SEMPRE A CHIEDERE AIUTO?
A MAMMA E A PAPÀ NON FA PIACERE! (i mamma e papà interiori! che ci portiamo sempre dentro di noi)
Ovviamente questo DIALOGO INTERNO non te lo dici consciamente...avviene tutto a livello emozionale!
Quello che accade e che EMOZIONALMENTE tendi a rifuggire tutto ciò che ti "avvicina" solamente a quei ricordi, a quei pensieri, e a quelle situazioni; quando parli con i tuoi amici e amiche non lo diresti mai!
È stato appurato che nelle famiglie in cui i genitori si dimostrano più accondiscendenti nell'aiutare i propri figli e nello spiegare loro i dettagli delle soluzioni trovate, questo atteggiamento di chiusura, che abbiamo esaminato nel dialogo di Sara, non appare nella fase adolescenziale dei figli e crescono senza la paura del chiedere aiuto,soprattutto quando si parla di professionisti del settore.
In tutti gli studi compiuti, quando i genitori si dimostravano propensi a prendere il figlio da parte ed erano ben lieti di spiegargli bene come raggiungere la soluzione e farla sua, invece di colpevolizzare il suo gesto (di richiesta di aiuto), il bambino comprendeva che "il chiedere aiuto" era una possibilità TANTO CONCRETA E FATTIBILE QUANTO PIACEVOLE E SODDISFACENTE.
DA QUELLO SCAMBIO CON UN ESPERTO NE SCATURIVA UN AUMENTO DELLA PROPRIA AUTOSTIMA.
In effetti è proprio cosi che dovrebbero andare le cose.
La richiesta di aiuto esterno è una possibilità concreta di crescita, soprattutto quando il tuo sforzo non è sufficiente al raggiungimento dei risultati che ti sei prefissato.
Andiamo avanti nel dialogo e vediamo Sara come argomenta la questione...
Lei percepisce come "unico e speciale" il rapporto con suo marito, e quindi, OVVIAMENTE, anche tutti i problemi che ne scaturiscono NON POSSONO CHE ESSERE UNICI E SPECIALI...
All'osservazione di Carla che è condizione di tante coppie il trovarsi a vivere momenti di disagio e di litigi nel loro rapporto, Sara afferma che il suo problema È DIVERSO DA QUELLO DI TUTTI GLI ALTRI.
Nessuno può capirla davvero perché NESSUNO HA VISSUTO QUEI PROBLEMI NELL'ESATTO MODO IN CUI LI HA VISSUTI LEI!
Qual'è la RAPPRESENTAZIONE INCONSCIA in questo scenario?
IL ROMANTICISMO DI FONDO!
INSEGNATO DA QUALCHE MODELLO GENITORIALE O ALL'INTERNO DI QUALCHE ALTRA FIGURA DI RIFERIMENTO PARENTALE!
Anche questa rappresentazione deriva DALL'APPRENDIMENTO DI UN MODELLO CHE È RISULTATO VINCENTE AI NOSTRI OCCHI.
Le persone fortemente romantiche hanno ADOTTATO PER SÉ STESSE QUESTO MODELLO, perché trasmesso dai racconti di qualche parente, cui erano emozionalmente legate.
Quando da piccoli uno zio o un nonno ci ha raccontato il suo passato, lo abbiamo ascoltato come se i suoi racconti fossero fiabe stupende, se amiamo quel nostro parente tutto ciò che dice avrà ancora più valore...e più valore gli diamo e più lo amiamo...! :-)
Se nei racconti ricevi SUGGESTIONI E RAPPRESENTAZIONI di situazioni/relazioni che LUI HA RISOLTO TRAMITE AZIONI ROMANTICHE CHE LE RENDEVANO SPECIALI E UNICHE, allora anche tu tenderai a voler risolvere quelle situazioni tramite AZIONI ROMANTICHE.
Quando, per un bambino, la persona AMATA è vincente ai suoi occhi PER UN SINGOLO ASPETTO, QUESTA RISULTERÀ VINCENTE PER QUALSIASI ALTRO ASPETTO DELLA SUA VITA (PRINCIPIO DELLA GENERALIZZAZIONE).
Il bambino non conosce ancora tutte le sfumature del mondo, tutti i contesti e le situazioni in cui può realmente aver vissuto quel nonno o quello zio.
Quindi, quando ascolta il coraggio del nonno o dello zio nel risolvere una questione IL NONNO/ZIO SARÀ UN CORAGGIOSO, indipendentemente dal fatto che magari lo è stato UNICAMENTE IN QUEL RACCONTO (ammesso che anche il racconto sia vero...).
Da adulto, portare all'attenzione della MENTE CONSCIA questo meccanismo è molto semplice, e una volta che hai compreso la TUA STORIA PERSONALE...riconoscere che da bambino avevi fatto tue delle storie che ti sono arrivate da chi stimavi e ammiravi, ti farà IMMEDIATAMENTE comprendere che ORA, DA ADULTO, non devi necessariamente appoggiarti ancora su di esse, PUOI ADESSO SMETTERE DI UTILIZZARLE COME MODELLI FUNZIONALI NEL TUO MONDO. PERCHÉ SEMPLICEMENTE TI OSTACOLANO, NON TI SONO UTILI NEL TUO MONDO!
Il dialogo che ti ho inserito all'inizio dell'articolo, come avrai compreso, non è un dialogo qualsiasi, ma è costruito per portare alla luce alcuni modi di ragionare molto comuni e ci ha permesso di esaminarli facendo uscire fuori le MODALITÀ INCONSCE SU CUI TUTTI NOI BASIAMO I NOSTRI COMPORTAMENTI.
L'ultima frase di Sara è abbastanza emblematica: <<CHI VA DA QUELLI È PERCHÉ HAI DEI DISTURBI...>>.
Questo è un luogo comune che va dissolto immediatamente.
È molto triste che nel 2014 ancora ci siano persone che pensano che uno psicoterapeuta sia uno "strizzacervelli" cui si rivolgono solo i malati mentali.
Ahimè, devo dire che negli ultimi decenni, gli psicologi di scuola Post-Freudiana non hanno aiutato molto a migliorare questa rappresentazione negativa...anzi!
Effettivamente Freud studiava persone abbastanza malate mentalmente (ma non era vero sempre...anzi), e i seguaci del suo metodo hanno continuato a mantenere viva questa rappresentazione dello psicoterapeuta che si "insinua" tra i pensieri del cliente, scombussolandoli, o comunque modificandoli a suo piacimento...
Lo psicoterapeuta lavora in realtà a vari livelli, può operare semplicemente come sostegno psicologico a situazioni di disagio lieve: fortunatamente sempre più persone oggi decidono di percorrere un cammino psicoterapico in seguito a traslochi importanti (cambiamento di città/regione), o in seguito a licenziamenti, o semplicemente in seguito a spostamenti da azienda ad azienda.
Ogni spostamento di contesto induce nell'essere umano una necessità di adattamento e ogni adattamento richiede risorse sia mentali che fisiche.
L'aiuto di un Mental Coach può davvero fare tutta la differenza del mondo.
Tenendo bene a mente che un Mental Coach NON CURA ALCUNA PATOLOGIA, bisogna ricordarsi che può comunque
dimostrarsi DETERMINANTE NELLA RISTRUTTURAZIONE DI UN' ESPERIENZA NON POSITIVA; un cambiamento di sede lavorativa può essere fonte di notevole stress che necessita di una ristrutturazione delle rappresentazioni interne dell'individuo.
Sara, nel nostro dialogo immaginario, non andrà mai da un Mental Coach, perché CREDE (nel suo sistema di VERITÀ, nel suo SISTEMA DI CREDENZE), che se accettasse anche solamente l'idea di andare da un MENTAL COACH PROFESSIONISTA, lei penserebbe a sé stessa come ad una "disturbata", cosa assolutamente RIDICOLA!
Oggi abbiamo analizzato questo semplice dialogo e abbiamo visto quante sfumature è possibile cogliere sapendo ascoltare bene chi ci parla e il modo in cui ci racconta le sue esperienze e i suoi problemi :-)
Vi invito a sviluppare questo ASCOLTO ATTIVO e a capire sempre meglio le motivazioni INCONSCE che spingono le persone a pensare e quindi a dire (e quindi ad agire), in un determinato modo.
Spesso non è utile, come abbiamo visto, dire semplicemente ad una persona di fare una determinata cosa, anche se la persona APPARENTEMENTE CI CHIEDE AIUTO.
Le persone ci chiedono aiuto, ma spesso sono talmente intrappolate NEL LORO SISTEMA EMOTIVO DI CREDENZE che qualsiasi consiglio CHE INCLUDA UN CAMBIAMENTO DI QUESTE CREDENZE viene considerato PURA FOLLIA!
Bisogna armarsi, allora, di grande pazienza e cultura per arrivare a TOCCARE quelle credenze nella loro ESSENZA FONDANTE, per poi aiutare la persona stessa a RIDIMENSIONARLE, DARGLI CONTORNI NUOVI ALLA LUCE DELLA SUA CRESCITA E DELLA SUA ATTUALE MATURITÀ (come abbiamo visto la maggior parte delle credenze sono radicate nei racconti che ci facevano nell'infanzia).
Leggi molta psicologia e APPASSIONATI, SEMPRE DI PIÙ, A QUESTI TEMI! ;-)
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Mi aspetto desiderio di condivisione! ;-)
Fabrizio F. Caragnano
Professional Mental Coach
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